Pomodorino vesuviano rosso
Pomodorino vesuviano rosso
Il Pomodorino vesuviano rosso è anche noto come “Pomodorino del Piennolo del Vesuvio”. È uno dei prodotti più antichi e tipici dell’agricoltura campana, tanto da essere perfino rappresentato nella scena del tradizionale presepe napoletano.
Il “Pomodorino del Piennolo del Vesuvio” raggruppa vecchie cultivar e biotipi locali accomunati da caratteristiche morfologiche e qualitative più o meno simili. Le denominazioni di tali ecotipi sono quelle popolari attribuite dagli stessi produttori locali, come “Fiaschella”, “Lampadina”, “Patanara”, “Principe Borghese” e “Re Umberto”. Tradizionalmente coltivati da secoli nello stesso territorio di origine.
Il pomodorino vesuviano rosso è ottenuto dalla specie Solanum lycopersicum. È una pianta mediamente precoce, molto produttiva e con una buona copertura fogliare. Le bacche, del peso non superiore a 30 grammi, hanno una forma ovale allungata, lievemente a pera o a cuore, di cui è ben visibile la parte apicale : il pizzo detto anche spungillo o umbone. A maturazione si presenta di colore rosso vermiglio intenso.
Il pomodorino può essere coltivato in ogni tipo di suolo preferendo quelli ricchi di sostanza organica, irrigui, neutri, drenanti e a medio impasto (morbido e soffice al tatto) nei quali si avranno i risultati migliori. La raccolta si prevede dopo 90-120 giorni dal trapianto.
È opportuno apportare almeno 20 giorni prima del trapianto e incorporare nel terreno del concime organico (letame fermentato maturo, compost) e/o concimi minerali a lenta cessione con azoto, fosforo e potassio in rapporto equilibrato.
Il pomodorino vesuviano rosso si adatta a condizioni di clima molto variabile preferendo quello temperato-caldo. Nel periodo invernale si alleva in serra. Temperature sotto i 5°C compromettono la crescita.
Sulla fila, ossia tra una pianta e l’altra, è preferibile lasciare 35-45 cm; tra le file invece 70-80 cm per il transito.
È importante eliminare costantemente le erbe spontanee in prossimità delle piante coltivate. Per evitare la comparsa delle infestanti risulta efficace l’utilizzo della pacciamatura con film plastico nero sotto e bianco sopra o strati di paglia. Per le varietà a crescita indeterminata, molto vigorose, predisporre i sostegni per l’impalatura (spago o tutori) ai quali si lega la pianta in modo graduale durante la crescita. In tal modo le piante saranno meglio esposte al sole e si ridurrà il rischio di malattie funginee per contatto con il terreno. Altra pratica da effettuare per queste varietà indeterminate è la scacchiatura o sfemminellatura con eliminazione dei germogli ascellari per avere una produzione più abbondante ed uniforme. Su questa tipologia di piante, volendo, si può effettuare la cimatura dell’apice dopo il 4-5° palco fiorale per ridurre l’altezza e anticipare la maturazione.
Si consiglia, per una migliore gestione e un risparmio idrico, l’impianto a goccia con manichetta forata magari gestito da un elettrovalvola temporizzata da collegare al rubinetto. Questo sistema consente di annaffiare a intervalli regolari e non bagna la vegetazione riducendo le problematiche fitosanitarie. Evitare squilibri idrici. Innaffiare nelle ore più fresche preferibilmente al mattino.
Il pomodorino Vesuviano rosso è soggetto a marciume apicale del frutto dovuto a squilibri idrici e carenza di calcio, spaccatura dei frutti in seguito a irrigazioni abbondanti dopo un periodo secco e asfissia radicale per ristagni idrici. Temperature elevate superiori ai 32°C portano ad un ridotto sviluppo vegetativo e a decolorazioni, scarsa allegagione e ustioni.
Per combattere i parassiti in modo ecologico è consigliabile effettuare irrorazioni fogliari con prodotti naturali quali: oli vegetali, sapone potassico, estratti di ortica, aglio, propoli , ecc.
Il Piennolo del Vesuvio si conserva per lungo tempo. Tradizionalmente vengono legati più grappoli su un filo di canapa e sospesi a pendolo per l’appunto, in luoghi asciutti e ventilati mantenendo un sapore eccellente ed una straordinaria consistenza.
Il pomodoro del Piennolo si coltiva alle pendici del Vesuvio dal 1902. Le leggende legate a questo prodotto agroalimentare così iconico e rappresentativo sono molte. Una narra che le donne di Torre del Greco, mogli di pescatori e abili intrecciatrici di reti e lenze, intrecciarono i piccoli rami dei pomodori creando così il famoso Piennolo. Le origini, più plausibili, dei pomodorini del Piennolo arrivano dal lontano Perù. Pare infatti che il vicerè peruviano donò i pomodori a Re Ferdinando IV con la raccomandazione di coltivarli nelle zone più fertili del regno di Napoli. Si narra anche che il suo colore “ardente” sia opera del vulcano, poiché secondo la leggenda, le sue radici si nutrono della lava stessa del Vesuvio.
Il pomodoro del Piennolo non è solo caratteristico nel suo gusto, ma è anche ricco di proprietà nutrizionali. Vitamina A e C sono presenti in grande quantità nel pomodoro del Piennolo. Tra i valori nutrizionali non è possibile non fare riferimento all’alta presenza di sali minerali come calcio, fosforo e potassio. Ottimo anche il livello di licopene che contribuisce a contrastare la produzione dei radicali liberi. Il pomodorino del Piennolo del Vesuvio è quindi un ottimo antiossidante naturale.
Il sapore del pomodoro del Piennolo del Vesuvio è inconfondibile. Il gusto è dolce e intenso, con un retrogusto acidulo dovuto all’alta concentrazione di zuccheri e sali minerali provenienti dal terreno di coltivazione.