Melanzana cima di viola
Melanzana cima di viola
La melanzana cima di viola, viene coltivata nell’Agro Acerrano-Nolano e Sarnese-Nocerino, in provincia di Napoli.
È un ecotipo locale, autoctono, caratterizzato da bacche di particolare forma allungata e ricurva, che presentano la testa più grossa del corpo.
Il peduncolo è leggermente spinoso e la buccia è molto lucida di colore viola scuro.
Le dimensioni prevalenti della bacca variano dai 15 ai 25 centimetri circa.
La polpa è bianca, compatta con pochi semi.
La melanzana cima di viola è una pianta vigorosa, eretta, alta con fogliame ben coprente. La produzione è elevata ( in media 4/5 kg per pianta)e prolungata nel tempo.
La melanzana cima di viola viene raccolta due volte l’anno. Una prima volta verso la fine di giugno, inizi di luglio ed una seconda intorno ai primi di settembre. Al principio di agosto, tra la prima e la seconda raccolta, si pota la pianta per prevenire gli attacchi dei parassiti, cosicché alla fine del mese si ha una ripresa vegetativa e una seconda raccolta, che è quella che fornisce la produzione più pregiata.
La melanzana cima di viola si adatta bene a numerose tipologie di suolo, tuttavia, i migliori risultati (precocità e resa) si hanno in terreni sciolti, soffici e con elevata capacità idrica ma drenanti e ricchi di sostanza organica. Preferisce terreni a reazione neutra o sub-acida. Tollera i terreni moderatamente salini.
Le esigenze nutritive sono elevate soprattutto nella fase di maturazione. Oltre all’azoto, fosforo e potassio anche il calcio e il magnesio rivestono notevole importanza. Importanti pure i microelementi. Apportare almeno 20 giorni prima del trapianto e incorporare nel terreno, del concime organico (letame fermentato maturo, compost) e/o concimi minerali a lenta cessione con azoto, fosforo e potassio in rapporto equilibrato.
La cima di viola è tipica di ambienti a clima temperato-caldo (elevate esigenze termiche). Sotto i 10°-12 °C la crescita si arresta. Temperature tra 36° e 40 °C hanno effetti negativi sulla pianta (rallentano la crescita e causano ustioni). Temperature minime ottimali: 16°C in serra e 18°C in piano campo. Si coltiva in pieno campo nel periodo primaverile-estivo.
Sulla fila, ossia tra una pianta e l’altra, è opportuno lasciare 60-80 cm; tra le file lasciare 80-100 cm per il transito.
Si devono eliminare costantemente le erbe spontanee in prossimità delle piante coltivate in quanto fonti di inoculo di numerose malattie. Per evitare la comparsa delle infestanti risulta efficace l’utilizzo della pacciamatura con film plastico bianco sopra e nero sotto o strati di paglia. Predisporre i sostegni per l’impalatura (spago o tutori), soprattutto per le varietà vigorose. In tal modo le piante saranno meglio esposte al sole e si ridurrà pure il rischio di malattie funginee per contatto con il terreno. Altra pratica da effettuare è l’eliminazione dei germogli ascellari per avere una produzione più abbondante ed uniforme. Su questa tipologia di piante, volendo, si può effettuare la cimatura dell’apice dopo il 4-5° palco fiorale per ridurre l’altezza e anticipare la maturazione. Eliminare le foglie basali ingiallite per migliorare l’aerazione della vegetazione se ci sono troppe foglie e ridurre così l’incidenza delle malattie fungine fogliari.
Per una migliore gestione e un risparmio idrico, si consiglia l’impianto a goccia con manichetta forata che evita di bagnare la vegetazione riducendo le problematiche fitosanitarie. Sono da evitare squilibri idrici. Innaffiare nelle ore più fresche preferibilmente al mattino. In fase di fruttificazione richiede apporti idrici costanti per l’elevata traspirazione che caratterizza questa fase (condizioni di aridità durante l’ingrossamento del frutto conferiscono un sapore amaro e piccante).
Ogni 7-10 giorni è consigliabile nutrire la pianta con concimi minerali equilibrati contenenti azoto, fosforo, potassio, ferro, magnesio e calcio più microelementi o con prodotti naturali stimolanti (sangue bovino, alghe, ecc.). Nella fase di ingrossamento e maturazione dei frutti preferire un rapporto con più alto titolo di potassio.
Per lo più questo tipo di melanzana viene conservata sott’olio o sotto aceto per un consumo prevalentemente domestico