Finocchio “Mozart’
Finocchio
Il nome scientifico del finocchio è “foeniculum vulgare dulce” e appartiene alla famiglia delle apiaceae o ombrellifere, parente quindi di sedano prezzemolo e carota.
Di origini mediorientali, ha avuto subito una grande diffusione e sviluppo nel bacino mediterraneo a partire dal tardo Medioevo, sebbene fosse già conosciuto e apprezzato dagli egizi.
Si tratta di un ortaggio dai fiori ermafroditi, che trova in Italia il suo clima ideale ed è per questo perfetto per i nostri orti domestici.
Come molte piante da orto è una specie biennale. I finocchi vengono raccolti nel primo anno di coltivazione, ma se lasciassimo le piante nell’orto potremmo assistere alla fioritura e alla conseguente produzione di semi.
Il finocchio “Mozart” forma un grumolo bianco alla base, che è la verdura di interesse del coltivatore. In base alla varietà e agli accorgimenti colturali può variare la dimensione di questo grumolo. Erroneamente si pensa esistano finocchi maschi (dal grumolo “cicciotto”) e finocchi femmina (dal grumolo più piatto), mentre in realtà si tratta di una questione puramente varietale.
Anche i semi di finocchio sono commestibili e per le loro molte proprietà hanno interessanti usi di fitoterapia.
Esiste anche una varietà selvatica di foenicum: il finocchietto, che possiamo trovare spontaneo in natura e anche decidere di coltivarlo come specie aromatica e officinale, ricercata per via delle sue foglie profumate.
Il finocchio Mozart non ama gli eccessi di freddo e teme soprattutto il troppo caldo: le temperature sotto i 7 gradi e quelle sopra i 30 gradi sono dannose. Il finocchio teme il gelo e per questo se scegliamo una coltivazione autunnale deve essere raccolto prima delle gelate invernali.
Questa specie è particolarmente sensibile alle ore di luce diurna: ha bisogno di 12 ore di luce.Quando il clima è avverso oppure le ore di luce diurna sono troppe, il finocchio reagisce montando a seme in anticipo. Per questo motivo è importante scegliere il giusto periodo di coltivazione. Il finocchio va seminato a marzo oppure a tra giugno e luglio e si può annoverare anche tra gli ortaggi dell’inverno.
Per ottenere finocchi di buona dimensione è molto importante il fattore terreno, visto che il grumolo del finocchio si sviluppa a livello del suolo. Per questo bisogna dedicare la dovuta attenzione alla lavorazione e alla concimazione se vogliamo un successo in termini di raccolta.
Per prima cosa occorre che il terreno non si compatti troppo, in modo che non offra resistenza all’ingrossare del grumolo. Inoltre teniamo sempre presente che questa pianta orticola non sopporta i ristagni idrici, quindi bisogna avere un terreno drenante, cosa che permette una buona prevenzione delle malattie crittogamiche.
La lavorazione del terreno in genere si effettua in 4 passaggi:
*Pulizia del terreno: rimozione di coltivazioni precedenti o manto erboso.
*Vangatura: possibilmente profonda, levando eventuali sassi di dimensioni consistenti.
*Zappatura: per rompere le zolle lasciate dalla vanga e avere una superficie a grana fine.
*Spianatura: un passaggio infine con rastrello di ferro serve a livellare il suolo.
Per quanto riguarda la concimazione la pianta di finocchio, pur non essendo tra gli ortaggi più voraci in fatto di elementi nutritivi, predilige un terreno fertile. Meglio se concimato diverso tempo prima (letame o compost vanno benissimo), senza eccessi.
La sostanza organica è utile a tenere il suolo soffice e umido, quindi meglio impiegare all’impianto sostanze ammendanti (letame o compost vanno benissimo). Nel corso della coltivazione si potrà apportare poi un poco di azoto per favorire la crescita del grumolo (ad esempio con stallatico pelletato).
Questa pianta orticola teme la concorrenza delle erbacce infestanti. Per questo spesso si preferisce seminare i finocchi in semenzaio e trapiantarli. In questo modo si mette a dimora nell’orto la piantina già formata, in grado di competere meglio con le malerbe. In ogni caso il finocchio ha bisogno di frequenti sarchiature sia per tenere una terra soffice che per evitare le erbacce.
I finocchi hanno bisogno di una terra sempre umida, pur senza ristagni. Per questo motivo bisogna bagnare spesso, in particolare negli orti posti in zone molto calde. Una carenza di acqua manda in stress la pianta che può andare in prefioritura rovinando il raccolto.
Visto che il finocchio teme il gelo deve essere raccolto prima che le temperature scendano sotto zero. Per avere questo ortaggio d’inverno allungando il periodo della raccolta si può proteggerlo usando tunnel o un telo di tessuto non tessuto.
Se la temperatura scende in modo graduale il finocchio un po’ si adatta perdendo acqua, mentre uno sbalzo climatico lo rovina rapidamente.
L’imbianchimento o imbiancatura del finocchio è una parte importante nella coltivazione. Un errore molto comune tra chi coltiva il finocchio è quello di rincalzare il grumolo già formato e prossimo al raccolto. Il grumolo del finocchio, che è poi l’ortaggio, non va rincalzato. È costituito da foglie e un rincalzo faciliterebbe solo gli attacchi di insetti e parassiti.
Le operazioni di rincalzo sono utilissime per l’imbianchimento, ma vanno fatte prima. Si può procedere con un’unica rincalzatura 15 giorni prima della raccolta oppure con tre o quattro operazioni di rincalzo da effettuare mentre i grumoli si vanno ingrossando.
Il finocchio non è una delle piante più sensibili alle patologie e si adatta bene a una coltivazione biologica, a patto di una rotazione colturale e una corretta gestione del suolo per prevenire i problemi più comuni.
Risulta comunque utile conoscere quali sono i problemi più frequenti:
*Peronospora. Questa malattia fungina si manifesta in striature nere visibili sui gambi, colpisce la parte aerea.
*Xantomonas. Altra malattia, ma di origine batterica, si manifesta sempre con chiazze o strisce scure, che poi portano al maciume dell’intera pianta.
Per combattere peronospora e xantomonas si può irrorare rame prima del raccolto. attenzione però a lasciare almeno 20 giorni di carenza prima di portare in tavola la verdura. Il rame serve a prevenire la malattia, se si riscontrano piante infette vanno estirpate, non si possono guarire. L’uso di questo trattamento è consentito in agricoltura biologica, anche se sarebbe meglio evitarlo visto che anche il rame ha conseguenze ambientali.
*La sclerotinia. Altra malattia crittogamica, causata da un fungo (scleorotinia sclerotiorum), si presenta con delle marcescenze che partono dall’esterno. In questo caso la pianta deve essere estirpata e allontanata dall’orto per evitare la persistenza del fungo nel terreno.
*Macaone. Questa farfalla è un parassita del finocchio che si può allontanare associando alla coltivazione del finocchio quella delle cipolle, ortaggio sgradito al macaone. I danni portati dal bruco del macaone riguardano la parte aerea, ma sono molto limitati, se si tratta di esemplari isolati possiamo decidere di non intervenire e goderci la compagnia di questo splendido esemplare d’insetto.
*Gli afidi sono piccoli insetti, caratteristici parassiti di varie piante da orto.
I finocchi si raccolgono a circa 80-120 giorni dalla semina, la lunghezza del ciclo colturale dipende dalla varietà.
Il grumolo è sempre commestibile, ovviamente scegliendo il momento giusto per il raccolto si massimizza la dimensione e la qualità. Se prende troppo freddo la verdura resta piccola, aspettando troppo si rischia che indurisca, in particolare negli strati esterni, e diventi quindi sgradevole, soprattutto se mangiato crudo.
Il finocchio “Mozart” è un nuovo ibrido maschio-sterile a ciclo di maturazione medio, 90 giorni circa. La pianta è robusta e vigorosa. Il grumolo è di forma rotonda e liscio di colore bianco brillante di ottima consistenza ed uniformità. Elevate pure le rese e la sanità con buona tolleranza alle basse temperature.
Il finocchio è un ortaggio che si può mangiare sia cotto che crudo e una pianta di bella presenza, con il suo caratteristico ciuffo rigoglioso e verde brillante si presta anche per orti giardino.
La coltivazione dei finocchi non è tra le più semplici dell’orto, ma con una serie di accorgimenti non è difficile ottenere buoni risultati.
Miniera di flavonoidi e vitamina C, il finocchio è noto per le sue proprietà antiossidanti, utili per contrastare i radicali liberi.
Questo ortaggio è anche molto utile per trattare tutti (o quasi) i problemi digestivi, perché ricco di fibre. Dalla colite al meteorismo, fino alla pesantezza di stomaco. L’unica raccomandazione è: occhio alla quantità! Consumare troppo finocchio può dar luogo a infiammazioni gastrointestinali e, nei soggetti ipersensibili, ad allergie che si manifestano con un fastidioso senso di prurito alla bocca. Utile per preservare il corretto funzionamento della vista, il finocchio è ricco di vitamina B; inoltre è un ottimo calmante naturale dei disturbi che precedono il ciclo mestruale.
Via libera al consumo di finocchio anche durante l’allattamento: sembra infatti che il finocchio renda il latte materno ancora più dolce e paradisiaco per i neonati.
Oltre ad essere un tripudio di benefici, il finocchio è un ortaggio davvero versatile. Per la sua elevata quantità di acqua e sali minerali, è un ottimo snack spezza-fame, utile in caso di detox. Per le sue proprietà diuretiche, digestive e depurative, sono soprattutto i semi ad essere adoperati, specie nella preparazione di tisane o addirittura masticati nudi e crudi dopo i pasti.
Una curiosità: sapete perché si dice ‘farsi infinocchiare’? Per via della sua capacità di rendere tutto più dolce, il finocchio veniva offerto dagli osti poco onesti che servivano ai propri clienti dei finocchi prima di proporgli del vino scadente, così che non ne percepissero il sapore cattivo.
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