Cetriolo
Cetriolo
Il cetriolo o Cucumis sativus, è una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee. Originario delle Indie orientali è stato coltivato sin dall’antichità a scopo alimentare.
Il Cetriolo partenocarpico spinoso APOLLO è una pianta da orto strisciante o rampicante, affine al melone per tecnica colturale. È una varietà molto produttiva a ciclo precoce, La pianta, molto contenuta, fruttifica sullo stelo principale.
Il cetrioli hanno una forma cilindrica, uniforme, e possono tranquillamente raggiungere i 20 cm di lunghezza. La loro pigmentazione è di un bel verde scuro, con superficie esterna marcatamente verrucosa.
Sotto una buccia consistente, spinata, nascondono una polpa pressoché incolore ma ricca di acqua, vitamine e sali minerali. Nonostante il contenuto in micronutrienti sia mediamente inferiore alle altre verdure, il cetriolo fresco è infatti una buona fonte di fibre, tiamina, vitamina B6, folati, acido pantotenico, magnesio, fosforo, potassio, rame e manganese. Rilevante la presenza di vitamina C e vitamina K (concentrata nella buccia esterna). I cetrioli freschi sono composti soprattutto d’acqua (95%) e questa caratteristica, unita al discreto contenuto vitaminico e minerale, conferisce loro buone proprietà rinfrescanti, antigottose e depurative.
Il loro impiego in insalata è consigliato durante i mesi afosi del periodo estivo e, previa cottura*, in caso di stati subfebbrili, intossicazioni, gotta, artrite, calcolosi, coliche ed irritazioni intestinali.
Il cetriolo è una pianta perfetta per essere coltivata sia in serra che in campo aperto ed è molto resistente alle manipolazioni.
Terreno:Questa cucurbitacea si adatta abbastanza ai diversi suoli. serve però un terreno costantemente umido. Il terreno ideale è drenante, ben esposto al sole, ricco di sostanze nutritive e tendente all’acido.
Clima indicato: Il cetriolo è una pianta che vuole caldo, richiede quindi temperature elevate, mentre teme il gelo. Per questo è un tipico ortaggio estivo.
Prima della messa a dimora della pianta di cetriolo è molto importante lavorare correttamente il terreno, in modo da prepararlo al meglio e anche effettuare una corretta concimazione di fondo, che supporterà la coltura fornendo tutte le sostanze utili alla sua sopravvivenza.
Una bella vangatura è particolarmente utile a garantire un terreno drenante, oltre che a preparare l’habitat giusto per le radici della pianta. In particolare se vogliamo trapiantare piantine già formate è fondamentale che l’apparato radicale trovi subito un suolo soffice in cui penetrare. Al lavoro di vanga segue la zappa, nella parte più superficiale e poi il rastrello per livellare il tutto.
Nel momento in cui andiamo a zappettare possiamo approfittarne anche per incorporare sostanza organica, come ammendante e fertilizzante. La concimazione è fondamentale per avere un buon raccolto. A livello di elementi nutritivi il cetriolo ama particolarmente il potassio: se manca si deformano i frutti ingrossandosi in punta, mentre se manca l’azoto invece si crea una deformazione contraria. Attenzione quindi a non far mancare questi elementi. La base è sempre un ammendante organico completo (compost o letame maturo), che possiamo integrare con altre sostanze consentite in bio, ad esempio farine di roccia, alghe, cenere di legna. La cenere per il suo contenuto di potassio è un’ottima idea, ma senza esagerare perché è basica.
Sesto d’impianto:Che si metta a dimora il seme oppure la piantina è importante anche rispettare un sesto d’impianto ampio: come altre cucurbitacee anche il cetriolo è una specie piuttosto ingombrante. La giusta misura dipende da quale varietà si decide di mettere, in media le file andrebbero tracciate a 100 cm di distanza tra loro, con 50 cm tra ogni pianta lungo la riga.
Anche se dipende dalla varietà nella gran maggioranza dei casi conviene coltivare i cetrioli in verticale, come rampicanti. Il vantaggio è in primo luogo nel minor ingombro in metri quadri, ma non solo. Coltivando con sostegni che tengano la pianta in altezza si favorisce molto l’impollinazione e quindi la produzione. Inoltre la coltivazione verticale risparmia lavoro di sarchiatura e agevola anche la raccolta dei frutti.
Per questo bisogna predisporre tutori, si possono usare pali, tra cui tirare fili, stecche o reti. I supporti al cetriolo devono arrivare a 150 cm di altezza. A volte vengono utilizzate le recinzioni perimetrali degli orti o dei giardini per farvi arrampicare il nostro cetriolo rampicante.
La pianta di cetriolo deve essere messa a dimora solo quando si è sicuri che non si verifichino più gelate notturne, essendo una coltura particolarmente sensibile al freddo.
Come tutte le cucurbitacee la pacciamatura è una pratica gradita al cetriolo,
Siccome la copertura riduce la traspirazione e tiene umido il suolo consente un risparmio d’acqua e quindi minor irrigazione.
Se non si pacciama bisogna ricordarsi di sarchiare periodicamente, zappettando il suolo dell’aiuola attorno ai cetrioli. Essendo una pianta rampicante tenuta in verticale è un lavoro che è sufficiente effettuare sporadicamente, molto meno impegnativo rispetto ad altre colture orticole più basse.
A livello di irrigazione i cetrioli amano abbondanza d’acqua, ma non il ristagno. Bisogna quindi irrigare spesso, tenendo se possibile un terreno costantemente umido (40-45% di umidità del terreno). L’aridità, anche per un breve periodo, oltre a mettere a rischio la salute della pianta rende il frutto amaro oppure provoca il suo svuotarsi
Il cetriolo è una pianta abbastanza esuberante nello sviluppo, per questo sulla maggior parte delle sue varietà è utile una potatura che ne indirizzi le energie verso una miglior produttività.
In genere il consiglio è di cimare le piante di cetriolo, andando a tagliare il fusto principale sopra la quinta foglia. Questa cimatura va a stimolare i rami orizzontali e accelera l’entrata in produzione della pianta.
cetriolo condivide le stesse malattie che colpiscono il melone. Tra queste ricordiamo in particolare la virosi chiamata appunto mosaico del cetriolo, e alcune malattie crittogame come botrite (muffa grigia), verticillium e pitium. Più che curare queste patologie in un orto biologico ci si concentra sull’evitarle e sul contrastarne la diffusione. Qualora si verifichino problemi è particolarmente importante rimuovere subito le parti di pianta malata.
Tra i parassiti gli afidi sono generalmente peggior nemico del cetriolo, in particolare la specie aphis gossypii o afide delle cucurbitacee. Nell’orto biologico il consiglio è di provare a tenerli lontani usando macerati vegetali repellenti (aglio, peperoncino, felce, rabarbaro,…)Per gli afidi sul cetriolo si può ricorrere anche alla potatura come mezzo per fermare un’infestazione, eliminando le parti colpite.
Oltre agli antipatici pidocchietti sul cetriolo possiamo trovare spesso altri due tipi di antipatici moscerini nocivi. Il ragnetto rosso, un acaro di piccola taglia, e le mosche bianche (aleurodidi).
Le fisiopatie sono problemi dovuti non ad agenti patogeni ma a condizioni avverse nell’ambiente, ad esempio il decolorarsi delle foglie per la carenza di alcuni elementi nutritivi o per un ph del suolo non adatto, che renda difficile la nutrizione dell’organismo vegetale.
Tipiche dei cetrioli sono fisiopatie che si manifestano sul frutto:
- Svuotamento del frutto, che si presenta cavo all’interno, per carenza d’acqua.
- Amarezza del frutto. Anche il sapore amaro è in genere segno di scarsa irrigazione.