Cavolfiore bianco 80 giorni
Cavolfiore bianco 90 g.
Esaurito
Il cavolfiore bianco 90 g anche noto come Brassica oleracea botrytis, appartiene alla famiglia delle Crucifere (come il cavolo, la rapa, il ravanello, ecc.). È originario del Medio Oriente. Il suo nome deriva da 2 parole latine: caulis, che significa “fusto”, e floris, che significa “fiore”.
Il cavolfiore bianco è stato importato in Europa dagli Arabi intorno al 1.000 a.C. e da allora si è diffuso in tutto il continente, a partire dalla Spagna. Durante il 1700 veniva coltivato in tutta Europa soprattutto negli orti urbani e in quelli vicini alle città. Solo alla fine del 1800 si cominciò a coltivare il cavolfiore in pieno campo, tanto da farlo diventare in breve tempo uno degli ortaggi più apprezzati dai consumatori. Oggi il cavolfiore si coltiva in pieno campo soprattutto nelle regioni centro-meridionali, mentre negli orti familiari lo si può trovare un po’ in tutta Italia.
Il cavolfiore bianco 90 giorni ha un ciclo, dal trapianto, di circa 90 giorni. La pianta è di media vigoria, rustica e sana. L’infiorescenza si caratterizza per l’ottima protezione delle foglie, il buon peso specifico e l’eccellente densità, con il fondo perfettamente chiuso. Il colore è bianco. La forma è arrotondata, leggermente globosa.
Il cavolfiore bianco 90 g preferisce un clima temperato-fresco, ma non tollera temperature al di sotto di 0 °C. Le gelate possono infatti danneggiare in modo irrimediabile la pianta, per cui durante l’inverno, nelle zone dove questa stagione è particolarmente fredda, va protetto adeguatamente. È invece meno sensibile ai danni provocati dalle alte temperature.
Le temperature ottimali per la germinazione e per le fasi iniziali della crescita del cavolfiore bianco 90 giorni sono comprese tra 20 e 23 °C. Al di sotto dei 5 – 6 °C lo sviluppo di questa pianta si arresta. Durante l’emissione delle infiorescenze, il cavolfiore preferisce invece temperature più basse, intorno ai 12 – 15 °C.
Il terreno ideale su cui coltivare il cavolfiore bianco 90 giorni è quello di medio impasto tendente all’argilloso, purché non diventi compatto e non si creino ristagni d’acqua. Quest’ultimi infatti possono provocare molteplici malattie al cavolfiore. L’acqua in eccesso presente nel suolo non deve permanervi ma deve essere smaltita velocemente in profondità. Il terreno deve essere inoltre ben dotato di sostanza organica. Il pH ottimale compreso tra 6,5 e 7,2, cioè neutro.
La pianta di cavolfiore va annaffiata o bagnata molto spesso, in modo particolare se la piantina è ancora in fase di crescita, quindi piccola. Se non sente abbastanza la presenza dell’acqua la pianta si apre su se stessa e i fiori si allungano e distanziano, rovinando del tutto il raccolto.
La concimazione del cavolfiore deve essere molto abbondante, come tutte le piante della stessa specie essa esige terreni molto fertili, ricchi di materia organica e di Azoto, Fosforo e Potassio.
Le malattie non insorgeranno nella pianta di cavolfiore se il terreno sarà trattato in maniera corretta e gestito e controllato costantemente. Per questo motivo le principali cause di danno alla pianta sono gli insetti e le larve. Ad esempio la “cavolaia” un tipo di bruco, che si nutre della pianta intera distruggendola.
Un’altra causa di danno alla pianta sono gli afidi, detti anche “pidocchi delle piante”. Sono piccolissimi insetti (1-3 millimetri), impossibili da vedere ad occhio nudo, che si riproducono velocemente e facilmente e sono resistenti alle cure fitosanitarie. Questi insetti si riuniscono in colonie, nella parte inferiore della foglia della pianta, dove succhiano la linfa direttamente dai vasi conduttori.
Il cavolfiore è un alimento sano e nutriente, contiene vitamine K,C e B6 e molti minerali utili per la salute come il ferro e il potassio. Si ritiene che sia uno degli ortaggi più utili alla salute in assoluto, questo grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie e anti-ossidanti, le quali consentono una prevenzione per il cancro, le malattie cardiache e contrastano l’aumento di peso.