Basilico napoletano foglia larga o foglia di lattuga
Basilico napoletano
Il basilico napoletano è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
La sua notazione botanica è Ocymum basilicum. E’ detto ‘Napoletano’ perche’ diffuso nella cucina mediterranea, soprattutto nella zona di Napoli. Ha un aroma simile al genovese, ma più mentolato. Per questo viene talvolta chiamato Basilico Menta. E’ una pianta con foglie molto larghe, bollose, di color verde chiaro, dall’odore intenso, ben marcato e fortemente aromatico.
Il basilico soffre le temperature basse (quelle inferiori ai 14-15 °C comportano un arresto della crescita). Preferisce un clima temperato-caldo ma con temperature non superiori ai 30°C. Ama il sole ma l’esposizione deve essere ristretta a meta’ giornata. Il basilico napoletano va irrorato spesso ma teme i ristagni idrici.
E’ una pianta di facile coltivazione sia in pieno campo che in ambiente protetto o in vaso
Si raccoglie recidendo delicatamente la parte superiore del gambo in modo che la pianta, successivamente, abbia la forza di formare nuovi getti laterali che produrranno nuove foglie. E’ preferibile non staccare le foglie dal gambo.
Si consuma fresco. In cucina e’ impiegato in numerose ricette, anche se la piu’ nota e’ il pesto alla genovese. Ottimo anche nelle insalate e nelle conserve di pomodori
Puo’ essere conservato sott’olio o congelato
Ha ottime proprieta’ antinfiammatorie, bechiche (calmanti per la tosse), digestive e stimolanti delle ghiandole surrenali, capaci di ridurre lo stress.
L’aroma intenso del basilico napoletano é odiato da molti insetti fra cui le fastidiose zanzare. Mettere le pianticelle di basilico in prossimita’ di porte e finestre limitera’ la presenza di questi sgraditi ospiti in casa.
A Napoli e in molte altre zone del sud Italia porta ancora oggi un nome curioso. Qui la profumata pianta aromatica si chiama “vasinicola”. Risalire all’etimologia del termine è particolarmente interessante. Dietro questa parola si nascondo tutta una serie di credenze popolari e pratiche superstiziose che risalgono a tempi antichissimi.
Il termine basilico deriva direttamente dal latino “basilius”, il quale a sua volta dal greco “basileios”, ovvero “re”. Sia per i romani che per i greci questa pianta era particolarmente preziosa. Il suo nome“basilikon phyton” significa “degna di un re”. È probabile che il nome si riferisse all’usanza praticata dai nobili, di cospargersi il corpo con oli e profumi estratti direttamente dalle foglie di questa pianta. Le antiche popolazioni mediterranee, entrando in contatto con i popoli del Medio Oriente e dell’Asia, conobbero molto presto le proprietà cosmetiche e curative del basilico. Si dovrà attendere il XVIII secolo per scoprire che oltre alle ottime qualità mediche il basilico è anche un eccellente ingrediente per le nostre ricette.
Durante tutta la sua lunghissima storia, la vasinicola, cioe’ il basilico napoletano, si è distinta non tanto quale prelibato alimento ma piuttosto come un ottimo strumento contro le malattie del corpo e dell’anima. Conosciuto già dagli egizi, il basilico veniva frequentemente utilizzato per le imbalsamature, per le sue proprietà disinfettanti. Era anche ritenuto di buon auspicio per l’aldilà. Successivamente, greci e romani arrivarono a considerarlo addirittura un segno diabolico.
Cura o veleno? L’ambiguità del basilico continua a sopravvivere anche durante tutto il Medioevo. Molti lo utilizzavano come unguento per le ferite, molti altri, come un potente veleno.
In molte leggende popolari esso compare come strumento per trovare l’amore. Si credeva anche che se una fanciulla in età da marito, toccandolo, avesse avuto un tremore, voleva dire che non era più vergine.