Anguria ovale striata
Anguria ovale
Esaurito
L’Anguria ovale o cocomero è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle cucurbitacee. È una pianta originaria dell’Africa tropicale dove veniva coltivata e mangiata già 5000 anni fa’. Se ne è trovata traccia perfino nelle stanze funerarie dei faraoni.
L’Anguria ovale striata “Daytona” è una varietà a frutto allungato, che può raggiungere facilmente i 15 kg di peso e con pezzatura molto uniforme .
La buccia è solida e resistente alle operazioni di raccolta, trasporto e conservazione. Molto elevata è la percentuale di frutti di 1ª scelta dalla raccolta al punto vendita: un vantaggio per tutta la filiera.
La polpa è di un bellissimo rosso acceso, è dolce e croccante e di ottimo sapore.
Il fusto, erbaceo e rampicante, è sdraiato e raggiunge lunghezze considerevoli, oltrepassando talvolta anche i 10 metri. Le foglie sono grandi, pelose, incise e trilobate.
La pianta di elevato vigore e di fogliame denso e coprente assicura una completa copertura dei frutti. L’Anguria ovale è a ciclo tardivo e viene destinata ai trapianti sotto tunnel e anche in pieno campo. Ha la resistenza intermedia (IR) a: Colletotrichum orbiculare (ex Colletotrichum lagenarium) ( Co 1).
Si adatta anche a condizioni particolarmente sfavorevoli ed a coltivazione in altura. Arriva facilmente a produzioni doppie e continue nel tempo.
L’anguria ovale necessita di esposizione in pieno sole. Ama il caldo, con temperature ideali di crescita tra i 24-30°diurne e 15-20° notturne. Quando si superano i 32° per più giorni, i fiori cadono senza dare frutti. La pianta va in forte stress sotto gli 8°e può morire a 0°, quindi è fondamentale proteggerla con nylon o tnt nei trapianti più precoci. Temperature sotto i 16° in fioritura limitano l’attività delle api (come l’elevata ventosità) e possono indurre un ritardo nell’impollinazione.
L’anguria è pianta molto adattabile ai diversi terreni, prediligendo quelli molto fertili, ricchi di sostanza organica, ben drenati. Gradisce pH preferibilmente tra 5-6, ma cresce bene anche attorno a pH 7. Nei terreni argillosi ricchi in potassio solitamente raggiunge i massimi livelli qualitativi. Nella preparazione del suolo è importante una lavorazione profonda (30-40 cm), che nei terreni di medio impasto e forti è utile anticipare all’autunno precedente alla coltivazione, con la predisposizione di aiuole rialzate che facilitino lo sgrondo dell’acqua. È consigliabile attendere 4 anni prima di trapiantare l’anguria (o altre cucurbitacee) nei terreni dove si è coltivata in precedenza.
Il sesto consigliato è di 80-100 cm sulle file e 150-200 cm tra le file. Utilizzando piante innestate di varietà a frutto grande e coltivandole in terreni molto fertili e ben concimati si può trapiantare a distanza di 150 cm sulle file e 300 cm tra le file.
L’anguria necessita di annaffiature regolari durante tutto il ciclo di coltivazione. È sempre fondamentale evitare i ristagni, permettendo al terreno di asciugarsi in superficie prima di ogni intervento. Solitamente si irriga 2-3 volte a settimana: frequenza e quantità variano in base alle caratteristiche del terreno, alla fase di sviluppo delle piante e all’andamento climatico. Dal trapianto a inizio fioritura la frequenza delle bagnature sarà inferiore, attendendo che le piante mostrino un leggero stress prima dell’irrigazione successiva (quando alcune piante inizieranno ad appassire a mezzogiorno, annaffiare). L’anguria richiede molta più acqua dall’inizio della fioritura all’ingrossamento dei frutti. In queste fasi le piante non dovranno mai andare in carenza. Quindi se il terreno permette 2 interventi settimanali, le quantità di acqua dovranno essere abbondanti (anche 10 litri per pianta per irrigazione). L’apporto d’acqua verrà ridotto notevolmente o sospeso 7 gg prima della raccolta, per favorire la dolcezza dei frutti e ridurre il rischio di spaccature.
A seconda della varietà, l’anguria matura tra i 60 e i 90 giorni dal trapianto. Per evitare di raccogliere frutti acerbi oppure passati di maturazione è necessario osservare più segnali:
- La buccia: nei frutti maturi si nota un leggero cambiamento di colore, più evidente al confronto con i frutti più acerbi. Quelli maturi solitamente schiariscono un po’ e diventano più opachi. La superficie a contatto con il terreno ingiallisce.
- Il peduncolo: il gambo dei frutti maturi “perde il pelo” diventando più stretto alla base e leggermente infossato nel frutto.
- Il cirro: il ricciolo verde vicino al peduncolo spesso si secca quando l’anguria è matura.